Secondo Legambiente, nel 2021 il 99% di città campane ha superato i valori OMS per lo smog in città: un problema di “Mal’aria”
Come si legge nel comunicato stampa diffuso il 3 febbraio da Legambiente, in Campania l’emergenza smog in città resta un problema cronico. Il 2021 è stato un anno nero, non solo per via della pandemia in corso, bensì anche e soprattutto per la qualità d’aria.
In particolare, il 99% dei comuni campani presenti nei bollettini quotidiani per il rilevamento dell’inquinamento atmosferico dell’Arpac non è riuscito a rispettare tutti e tre i valori-limite suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ossia:
- una media annuale di 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10
- una media di 5 μg/mc per il PM2.5
- 10 μg/mc per l’N02.
Smog in città, 13 città con un alto tasso d’inquinamento
Sono infatti ben 13 le città con i valori più alti di polveri sottili, che superano i valori OMS più del doppio, a partire da San Vitaliano, che nel 2021 ha registrato una media annuale di PM10 pari a 46 µg/mc rispetto al limite OMS; seguita da Volla (41 µg/mc), Pomigliano d’Arco e Aversa (38 µg/mc).
Sono due, invece, quelle più inquinate da PM2.5 che superano di oltre 4 volte i valori OMS, ossia Pomigliano e Volla, e altre due risultano come le più inquinate da biossido di azoto, superando il limite per più di tre volte: si tratta di Napoli, purtroppo in vetta, e Casoria.

Gli attivisti di Legambiente durante il flash mob a Pomigliano d’Arco
Smog in città: il report “Mal’aria”
A scattare questa “fotografia” della situazione critica in Campania è il report di Legambiente “Mal’aria di città”, realizzato nell’ambito della campagna Clean Cities, in cui si fa il bilancio sulla qualità dell’aria in città confrontando il valore medio annuale di PM10, PM2.5 e NO2 con i parametri suggeriti dall’OMS (ossia una media annuale inferiore ai 15 microgrammi per metro cubo per il PM10, 5 microgrammi per il PM2.5 e 10 per l’N02).
Emerge, quindi, un quadro preoccupante: pochissime le città che rispettano i valori suggeriti dall’Oms, tra cui il comune di Ottati (Sa) e i comuni di Solofra (Av), Pratella (Ce), Presenzano (Ce) e Ottati (Sa). I dati sono stati presentati con un flashmob di denuncia organizzato da circolo locale Legambiente di Pomigliano d’Arco.
Un problema sanitario
«Il problema dell’inquinamento atmosferico – commentano da Legambiente – non è un problema esclusivamente ambientale ma anche, e soprattutto, sanitario. In questo report di Mal’aria 2022 abbiamo voluto confrontare i valori medi annuali dei tre principali inquinanti atmosferici con quelli suggeriti dall’Oms. Nel giro di pochi anni, questi valori diventeranno vincolanti anche dal punto di vista legale e il non rispetto degli stessi porterà all’avvio di ulteriori procedure d’infrazione per gli Stati membri inadempienti».
Combattere lo smog: le percentuali
Legambiente indica anche quali sono le distanze da colmare per avere città meno inquinate. Smog e polveri sottili sono alle stelle nei capoluoghi. Per il PM10 Avellino fa registrare, nel 2020, il maggior numero di sforamenti annui ed è, inoltre, la città che presenta una media annua di PM10 più alta. Per arrivare ai limiti stabiliti dall’OMS deve operare una riduzione del 49% della quantità ad oggi rilevata. Seguono Napoli e Caserta, con una riduzione necessaria di PM10 pari al 45 e 44%, e infine Salerno e Benevento rispettivamente con il 41% e 40%.
Non va meglio per le altre città campane, che per il PM10 dovranno ridurre le concentrazioni mediamente del 48%. Le città più distanti dall’obiettivo sono le già menzionate San Vitaliano, Volla, Pomigliano e Aversa, che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 60%.
Per il PM2.5, la parte più fina delle polveri sottili e che desta maggiori preoccupazioni per la salute, l’obiettivo di riduzione delle concentrazioni è del 66%. Per l’NO2, invece, la riduzione dovrà essere mediamente del 57%, con le criticità maggiori registrate a Casoria e Pozzuoli, che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 65%.
Le proposte di Legambiente
«Le amministrazioni – spiega Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania – devono uscire al più presto dalla logica dell’emergenza e delle scuse per non prendere decisioni, anche impopolari, per cambiare faccia alle nostre città e abitudini alle persone. L’inquinamento atmosferico dev’essere affrontato in maniera trasversale e integrata con azioni efficaci, incisive e durature, con misure integrate messe in campo dal governo nazionale, da quelli regionali e comunali».
«Prioritario – conclude – è investire su uno svecchiamento del parco autobus, puntando su un trasporto pubblico locale moderno, treni per pendolari e mobilità alternativa, senza dimenticare la riqualificazione energetica degli edifici, garantendo così una riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici».
Clean Cities e la petizione contro lo smog in città
In questo modo Legambiente torna, dunque, a ribadire l’urgenza di ripensare e ridisegnare in prima battuta le aree metropolitane. Inoltre per tutto il mese di febbraio, e fino ai primi di marzo, prenderà il via la seconda edizione della campagna Clean Cities, che toccherà 17 capoluoghi italiani, con tappa campane a Napoli (8 e 9 febbraio) e Avellino (10 febbraio).
Infine, Legambiente ha lanciato la petizione online “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!”, con cui chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada. Per firmarla, è possibile collegarsi al sito web https://attivati.legambiente.it/malaria











