“L’uomo è concettualmente sano soltanto quando è in armonia con le diverse fasi della propria vita e con il proprio aspetto fisico e mentale”. È quanto si legge nella home page del sito personale del dott. Massimo Rambotti, Specialista in Chirurgia Generale, Specialista in Chirurgia Oncologica, Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, perfezionato anche in Chirurgia Estetica Ambulatoriale.
I numerosi percorsi di specializzazione gli hanno consentito di acquisire conoscenze approfondite e competenze mirate in diversi ambiti clinici. Nel suo lavoro quotidiano il dott. Rambotti mette al centro della sua professionalità la persona e il suo benessere globale. Un benessere che include non soltanto la bellezza, ma anche e soprattutto la salute psicofisica del paziente, che diventa il perno di una personalizzata strategia di intervento.
“Proprio un anno fa’ io ed altri colleghi abbiamo fondato una società scientifica che si chiama BBWay, Benessere e Bellezza, Società Italiana di Medicina, Odontoiatria e Chirurgia Estetica.
Massimo Rambotti: la chirurgia estetica non è solo cura degli inestetismi ma è “Benessere e Bellezza”.
Massimo Rambotti: la chirurgia estetica non è solo cura degli inestetismi ma è “Benessere e Bellezza”
Il corpo non è solo materia scolpita. Non è un semplice involucro. Il corpo ha un’anima. E proprio per questo non bisogna trascurarne i sintomi, che possono rappresentare una situazione di disagio che può ripercuotersi negativamente a livello psicologico.
“L’aspetto fisico determina la prima e più primordiale prova che si ha di se stessi; in un certo senso è il riflesso dello specchio” scrive ancora Rambotti sul suo sito.
Dietro quel riflesso c’è l’immagine della e/o della donna con il suo mondo interiore complesso. “La chirurgia estetica io la considero un passo oltre la chirurgia generale per il semplice fatto che c’è una particolare attenzione alla persona nel suo insieme psico-fisico.
Parliamo di persone perfettamente equilibrate, che vivono l’imperfezione non come un disagio, ma come ciò che può essere perfezionato migliorando il rapporto con se stessi e con gli altri” commenta Massimo Rambotti, chirurgo estetico plurispecialista.
Quando si interviene chirurgicamente non si può non tenere conto dell’aspetto bio-psico-sociale della persona, del suo sviluppo integrale, del suo passato e del suo presente, delle esperienze che ha vissuto e di quelle che continua a vivere ogni giorno.
Difatti, il chirurgo estetico non può sostituirsi allo psicologo, ma può ascoltare il paziente, provare a capire le sue problematiche, ed eventualmente indirizzarlo verso una persona più esperta in altri campi.
Questo è uno dei cardini della deontologia professionale che Massimo Rambotti applica ogni giorno con senso di responsabilità alle pazienti che a lui si affidano.
La chirurgia ricostruttiva in ambito oncologico restituisce la vita e la piena femminilità.
Massimo Rambotti si occupa anche di chirurgia ricostruttiva collegata al discorso oncologico.
Egli utilizza tutte le tecnologie più avanzate a livello europeo per operare dopo un precedente intervento chirurgico finalizzato ad asportare uno o più tessuti soggetti a neoplasia “In questi casi, la chirurgia prima di essere “estetica” è ricostruttiva, perché normalmente la patologia, o meglio l’affezione oncologica, comporta la demolizione della parte interessata, come nel caso di un tumore al seno.
Questo intervento è prioritario per la salute della donna – commenta il dott. Rambotti – proprio per la particolare attenzione ad essere più tempestivi possibili. E questo ha permesso negli anni, come ci ha insegnato anche il prof. Veronesi, di limitare il danno e quindi di circoscrivere il tipo di intervento necessario”.
Una volta ristabilita la guarigione e delle ottimali condizioni di salute della donna si va ad intervenire con la chirurgia ricostruttiva, che va a restituire la femminilità usurpata dalla patologia oncologica. In questo modo, la donna riacquisisce fiducia in se stessa e può ricominciare a vivere.
Chirurgia e patologie delle vene
L’azione del chirurgo diventa fondamentale anche in presenza di patologie delle gambe come l’insufficienza venosa cronica, da cui possono derivare numerose complicazioni (flebite, tromboflebite, ulcere varicose etc.).
“La malattia venosa è cronica. Ciò significa che si tende costituzionalmente ad riceverla dai propri genitori. Ci sono poi, ovviamente, tutta una serie di fattori che possono peggiorare tale predisposizione” spiega il chirurgo.
“Qualsiasi intervento corregge il danno che si riscontra in quel momento, ma non è un intervento che elimina la possibilità della malattia venosa negli anni a seguire, se permangono gli stessi stimoli acceleranti.
In altre parole, se c’è una vena varicosa occorrono una serie di misure profilattiche a cui il paziente deve attenersi per evitare la recidiva della malattia” precisa lo specialista. Tra i fattori che tendono ad accelerare l’insorgere della malattia venosa vi è la sedentarietà, la troppo lunga posizione del corpo in forma eretta o seduta, il sesso femminile, l’occupazione lavorativa, l’alimentazione.
La prevenzione è la migliore cura.
Tra le più efficaci misure preventive di tipo igienico-profilattico vi è l’utilizzo delle calze elastiche, che oggi sono in una microfibra di ultima generazione, che non sacrifica assolutamente l’estetica della donna.
Occorre anche stare attenti alla eccessiva esposizione ai raggi UVA, come quando si va al mare e si prende il sole “fermi”. Infatti, da un lato l’esposizione solare è utile per incrementare la vitamina D che fa bene al rafforzamento delle ossa e delle articolazioni.
Dall’altro lato, occorre prendere alcune misure preventive, come l’utilizzo di una buona crema protettiva ad alta protezione ed evitare di esporsi al sole nelle ore di punta può essere un ottimo rimedio contro la cronicizzazione dell’insufficienza venosa.
“Detto questo -continua Rambotti – l’esame più importante è l’EcocolorDoppler venoso degli arti inferiori, che va sempre confrontato con l’anamnesi ed il quadro clinico che il medico fa del paziente.
Il grande vantaggio degli ultimi venti anni è che pur nella correttezza dell’indicazione, abbiamo un ventaglio tale di opzioni terapeutiche che partono da quelle squisitamente ambulatoriali quali la scleroterapia liquida o con schiuma e la laserterapia fino alle flebectomie con microincisioni, la “colla”, la chirurgia “tradizionale” ed il laser endovasale.
E poi, queste diverse modalità di correzione della patologia, pur rispettando l’indicazione clinica corretta, possono attualmente essere valutate e “discusse” con il/la paziente per individuare insieme il “percorso terapeutico” più consono alle sue esigenze relazionali e lavorative” conclude l’esperto.
Profilo del chirurgo Massimo Rambotti
Laureatosi con 110 e lode in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova, dopo aver conseguito la Specializzazione in Chirurgia Generale presso l’Università di Padova, in Chirurgia Oncologica presso l’Università di Napoli, una Surgical Research Postdoctoral Fellowship presso l’Università di San Diego in California, il dottore è Presidente della BBWay, Società Italiana di Medicina, Odontoiatria e Chirurgia Estetica, vice presidente del Fleboforum, membro del Collegio Italiano di Flebologia, membro dell’ I.E.W.G. (Italian Endovenous Laser Working Group), membro della Scuola di Oncologia Chirurgica Ricostruttiva (Istituto Tumori Milano) e della Società Italiana di Medicina e Chirurgia Rigenerativa.
Da più di 20 anni si interessa di flebologia, chirurgia oncoplastica ed estetica, laserchirurgia e medicina rigenerativa, rivolgendo attenzione a tutto ciò che di nuovo c’è nel panorama internazionale (in particolare laserlipolisi, lipofilling, lifting con fili di sospensione, cellule staminali).
Per maggiori informazioni visitare il sito www.massimorambotti.it Troverete anche tutti i contatti per prenotare una visita.
Marianna Gianna Ferrenti