Passione, cuore, cura del dettaglio. Sono questi i principali ingredienti che hanno fatto grande il nostro Paese.
L’Italia, una bellissima dama ricca di contraddizioni infinite, ma che al suo interno è celato un cuore dolce e prezioso. Quasi raro, più che prezioso.
Il carattere del suo popolo è controverso, e controvento vanno le loro idee spesso fin troppo riduttive, per quanti superficiali.
Se non ci soffermassimo su questi dettagli fin troppo puerili, sapremmo coglierne solamente il genio che deriva dall’Arte, dalla creatività, dalla maestria di saper uscire dalle difficoltà attraverso delle vere e proprie catarsi incredibili, quasi ripugnanti, dal carattere magico e quasi inspiegabile.
Il segreto sta soprattutto nella capacità di restare fermi sulle proprie convinzioni, di unire la tradizione all’innovazione, ma soprattutto rinnovare i riti che fanno parte della vita del proprio quotidiano.
In un certo senso l’essenziale è essere se stessi, ed acquisire una certa autonomia di pensiero, tale da rendere più indipendenti verso quello che poi sarà il mondo del lavoro.
È proprio la lentezza, il non correre troppo che farebbe sempre bene al carattere degli Italiani.
Poiché è gente non comune, quasi come provenisse da un altro pianeta, poco adepta ai ritmi industriali e lanciatissima nell’arte dell’artigianato.
La manifattura. Il lavoro con le mani fa parte di quel microcosmo di idee e concetti, che ci hanno reso famosi nel mondo.
Io credo che non basti essere diventati i migliori, o l’essere arrivati tra i primi. Migliori e primi arrivati non fanno più parte delle categorie per poter pensare ad evoluzione futura, più vicina al talento.
Talento che ho sempre considerato un mix tra passione e sacrificio. Un ricucire sogni, più che oggetti o abiti. Se si procedesse su questa linea, anche solo culturale, credendo nelle persone e in ciò che sanno fare meglio, non si smetterebbe mai di pensare che l’Italia è ancora quel “Bel Paese” tanto amato in passato, e da amare in futuro.
Stefano Fiori