Il colloquio è la chance che può cambiare una vita intera o quanto meno uno spaccato di essa. In pochi minuti bisogna giocarsi le migliori carte, sfoderare sicurezza e determinazione, e convincere di avere le competenze giuste. E perché no, indossare l’abito giusto che, per quanto non faccia il lavoratore, è un ottimo biglietto da visita se non addirittura il jolly vincente.
Il datore di primo acchito predilige chi si presenta in un determinato modo piuttosto che in un altro. Un’indagine inglese – condotta dalla società di recruiting TheLadders.co.uk – rivela che 4 selezionatori su 10 valutano la scelta dei candidati in base al dress code. Il dress code, però, è molto più di un semplice vestito o di un accessorio sfoggiato; è un vero e proprio codice non verbale, un universo extralinguistico legato all’eleganza delle movenze e al buon gusto nel “conciarsi”.
Il motto è attirare l’attenzione con garbo, marcando le proprie potenzialità e competenze e non il semplice “stacco di gamba”. Noti studi sulla linguistica rivelano che il linguaggio verbale incide soltanto sul 10% nella comunicazione; ciò che guida la selezione, almeno nelle sue prime fasi, è l’intuizione sulle potenziali abilità del candidato, tra cui spiccano intraprendenza e perspicacia. Attitudini che si dimostrano anche attraverso la cura della propria persona.
Inoltre, secondo uno studio scientifico (enclothed cognition) condotto dalla Northwestern University, e ripreso anche dal The New York Times, il modo di vestire rivela il grado di autostima e assieme ad altre componenti del linguaggio non verbale come la gestualità e la prossemica, quindi la capacità di muoversi nello spazio, influenza la percezione di sé.
Ecco perché è importante prestare attenzione ai dettagli che possono rivelare tratti della personalità di chi li indossa.
Secondo uno studio condotto da Espresso Communication, per Bigi Cravatte Milano, mettendo a confronto il parere di stilisti e fashion blogger di 70 testate di settore conosciute a livello internazionale, se le donne hanno l’imbarazzo della scelta tra una infinità di accessori e possono dar sfoggio alla creatività pur mantenendo agli abbinamenti dei colori, agli uomini ‘far colpo’ è un’impresa più semplice. Sarà sufficiente uno stile ‘minimal’: la cravatta ben annodata ed abbinata al classico vestito scuro con camicia. Unica parola d’ordine: evitare tessuti che siano facilmente gualcibili. Dare l’idea di essere trascurati non è un buon biglietto da visita. “Quando ci si presenta ad un colloquio di lavoro – spiega Stefano Bigi, amministratore unico di Bigi Cravatte Milano – è fondamentale dare una buona impressione di sé al primo sguardo indossando vestiti appropriati e mostrando un aspetto curato. Il consiglio è sempre quello di non eccedere indossando colori sgargianti o accessori troppo stravaganti. Infine, quando si decide di optare per indossare la cravatta è importante che venga portata bene quindi sono vietati i nodi allentanti o troppo importanti e i tessuti stropicciati o macchiati” conclude Bigi.
Marianna Gianna Ferrenti














