Varcando la soglia del CaMec ci troviamo in un universo… galassie pianeti stelle ci sorprendono in una staticità dinamica! È questa la dimensione di Walter Valentini che si spalanca offrendosi ai nostri occhi. Lo sguardo non sa dove posarsi grazie alla delicata potenza di queste immagini protagoniste assolute dello spazio che catturano immediatamente l’attenzione del visitatore.
Bassorilievi, sculture tecniche miste, carte, terracotte refrattarie, sculture e i libri d’artista, un ulteriore universo in vibrazione con i grandi poeti di ieri e di oggi. Tanti sono i campi di sperimentazione del Maestro, termine che uso molto raramente perché abusato e usato malamente, ma in questo caso torna in auge nella sua accezione piu pura proprio ad indicare la “maestria” di questo poliedrico artista che, pur riconoscibilissimo per tratto e carattere, è ben lungi dall’essere ripetitivo.
L’arte di Valentini è un’arte colta, che spazia e coniuga sperimentazione e ricerca alle tecniche tradizionali, e i contenuti sublimati convergono nelle sue geometrie fantastiche, evocative per il sapiente rimando delle citazioni.
“L’arte nasce sempre dalla storia dell’arte“. Questa la profonda convinzione di Valentini ben sottolineata da Enzo di Martino nel suo incisivo testo di presentazione che mi consola affermando questa assoluta verità con cui non posso che essere in sintonia.
Sono grata al CaMec per l’attenzione dimostrata al percorso di un tale artista che si stacca nettamente da qualsiasi tentativo di inquadramento, omologazione o corrente che dir si voglia.
Cresciuto in un ambiente colto e raffinato come quello urbinate, tra Piero della Francesca il Laurana e Fra’ Pacioli, alla rorida fonte dell’impareggiabile Scuola del Libro, da cui riceve l’imprinting che segnerà tutta la sua poetica, si trasferisce presto al nord per motivi di lavoro. Ė Milano che lo accoglie ben e qui trova il modo di esprimere la sua ricerca astratto concreta. Questo il ritratto che ne fa Marzia Ratti, direttrice del CaMec, esplicitando le ragioni dì questa mostra da lei fortemente voluta. Nato pittore, lascia le superfici bidimensionali alla fine dgli anni settanta per una sorta di insofferenza verso i limiti a questa fisiologici e li supera integrando la pittura con la scultura. Di qui i suoi splendidi bassorilievi che Enzo di Martino descrive come “sorprendenti rilievi spaziali e lancinanti scavi materici“, come sorprendente e assai rara la grande padronanza della tecnica, anzi delle tecniche, le più disparate, che gli permettono di raggiungere effetti di grande impatto e ricchi di fascino all’interno di un equilibrio compostivo di chiara derivazione rinascimentale.
Più di 140 i lavori presenti in mostra, ognuno dei quali richiede una profonda lettura per gustarne appieno i significati stratificati che giocano a nascondino tra armonia e bellezza.
Impossibile descrivere tanta raffinatezza e tanta potenza insieme. Bisogna proprio viverla e lasciarsi catturare dalla magia che sprigiona.
La mostra inaugurata ad aprile è visibile fino al 1 october p.v.
http://camec.spezianet.it/valentini/index.html
Tiziana Leopizzi