Rifiuti tessili: secondo il dossier Legambiente nel 2020, in Campania, la produzione è stata di 14.263 tonnellate, -7% rispetto al 2019
A fine novembre, Legambiente ha presentato un dossier con focus sui rifiuti tessili, con luci ed ombre. Preoccupano i dati nazionali, buona la media regionale in Campania. Infatti, secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), ogni anno l’Italia invia 663.000 tonnellate di rifiuti tessili nelle discariche o nei termovalorizzatori (il 5,7% dei rifiuti indifferenziati totali).
In Campania invece, nel 2020 si è registrato un calo del 7% rispetto al 2019, con 14.263 tonnellate di rifiuti tessili.
Il fast fashion
In particolare, negli ultimi anni i rifiuti tessili post-consumo (frazione urbana) hanno subito un aumento pari quasi al triplo dal 2010 al 2019, anche a causa del fast fashion. Secondo la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, la raccolta urbana dei rifiuti tessili incide sul 30% del totale dei rifiuti tessili.
E la tematica appare sempre più attuale, anche per la normativa che dal 1° gennaio di quest’anno impone una corretta raccolta. Innumerevoli sono anche le ricadute ambientali che l’intero comparto ha sul pianeta. Infatti, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) il settore sarebbe responsabile del 10% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra (più del trasporto aereo e marittimo insieme).
Le direttive europee
Per questo, al centro dell’agenda politica europea questo settore è stato individuato come prioritario con il Piano d’azione europeo 2020 sull’economia circolare.
Focalizzarsi sui rifiuti tessili è fondamentale per fare posto nel sacco dell’indifferenziato e ridurre il numero di rifiuti. In Campania, infatti, nel 2020 la frazione tessile ha comunque rappresentato lo 0,6% del totale di rifiuti prodotti su scala regionale, valore superiore alla media nazionale (0,5%) e del Sud Italia (0,42%).
Tra le province campane, per la produzione assoluta di rifiuti tessili, il maggior contributo si attesta in quella di Napoli con ben 7.962 tonnellate di rifiuti tessili, seguita dalla provincia di Caserta (2.436 tonnellate) e Salerno (2.133 tonnellate). Seguono le province di Avellino e Benevento.
Rifiuti tessili, il parere di Legambiente
Francesco Esposito, dell’Ufficio Scientifico Legambiente Campania, ha commentato: «A partire dal 1° gennaio 2022, come previsto dal decreto legislativo 116/2020, in Italia è scattato l’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili, anticipando la normativa europea che prevede l’attivazione della raccolta separata dal 2025. La nuova disciplina approvata dal Parlamento italiano va contestualizzata in una realtà eterogenea come quella del nostro Paese. La raccolta dei rifiuti tessili […] rappresenta un po’ una Cenerentola della differenziata, con regole diversificate in base ai comuni».
Per la nuova edizione del dossier sui rifiuti tessili, Legambiente Campania ha effettuato una piccola indagine sulla diffusione delle regole di conferimento per la raccolta differenziata. Nel 55,2% dei comuni esaminati, purtroppo, non sono riportate le informazioni per il corretto smaltimento dei tessili. Spesso la raccolta di questi rifiuti è fatta con contenitori specifici distribuiti nei comuni, o attraverso le isole ecologiche.
L’auspicio, comunque, è quello di continuare a sensibilizzare Istituzioni e cittadini per fare in modo che, ogni volta che si presenti la necessità, i rifiuti di questo tipo vengano correttamente smaltiti, nell’ottica del riutilizzo di questi materiali che non devono essere sprecati. Maggiori informazioni su www.legambiente.campania.it
Fonte: comunicato stampa