Scompare uno tra i migliori fotografi di moda contemporanea, riconosciuto per il suo sguardo cinematografico che non usava ritocchi ma che imponeva nuovi canoni estetici. Peter Lindbergh muore il 3 settembre 2019 all’età di 74 anni.
L’annuncio arriva dal suo account Instagram:
“È con grande tristezza che annunciamo la scomparsa di Peter Lindbergh il 3 settembre 2019, all’età di 74 anni. Lascia la moglie Petra, la sua prima moglie Astrid, i suoi quattro figli Benjamin, Jérémy, Simon, Giuseppe e sette nipoti. Lascia un grande vuoto”
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Si ricorda per i suoi scatti iconici e per aver firmato lavori dal calibro di Christy Turlington, Kate Moss, Naomi Campbell, Monica Bellucci, Linda Evangelista, Eva Herzigova, Cindy Crawford, Stephanie Seymour, Isabella Rossellini, Kate Winslet, Nastassja Kinski e Tatjana Patitz. Tra le testate di moda più influenti: Vogue, Marie Claire, Interview e Harper’s Bazaar.
Autore di molti libri tra cui 10 Women by Peter Lindbergh (1993) e Peter Lindbergh: Images Of Women.
La sua presenza nel campo della moda, arriva dagli anni 70, famoso per scatti bianco e nero, per lo più urbani, scatti tra ciminiere e aree industriali. Si avvale nella sua carriera di collaboratori illustri come: Helmut Newton, Guy Bourdin e Hans Feurer. Negli anni 80 propone un genere nuovo di fotografia “sommersiva” per le copertine di Vogue. Viene ricordato per uno scatto del 1988 dove immortala sei giovani donne future top model stellari: Estelle Léfebure, Karen Alexander, Rachel Williams, Linda Evangelista, Tatjana Patitz e Christy Turlington. Uno scatto rivoluzionario il suo che sottolinea uno “sguardo nuovo” sulla donna, che rovescia gli stereotipi della bellezza femminile. La donna diventa infatti più nature, vestite di bianco, che scherzano e giocano sulla spiaggia di Malibù.
Capovolge l’estetica del Calendario Pirelli, eliminando il nudo e concedendo un nuovo stile per esaltare la bellezza del corpo femminile. ”Il mio Pirelli è un calendario non nudo, ma che spoglia l’anima delle attrici: quindi è più nudo del nudo. È un calendario sulla sensibilità, sull’emozione, non certo sui corpi perfetti“, disse durante una recente intervista.
Laura Savini