Quando un buon progetto ed una giusta dose di lungimiranza si mescolano, il risultato è assicurato. Se aggiungiamo tre anni di lavoro, 130 opere e 46 prestatori tra musei e privati ecco come la rassegna dedicata ad Albrecht Dürer (1471 – 1528), ospitata a Palazzo Reale fino al 24 giugno 2018, ha colto nel segno.
L’intento, infatti, non è stato solamente quello di presentare il lavoro del massimo esponente del Rinascimento tedesco, ma narrare la realtà culturale tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento tra la Germania meridionale e l’Italia del Nord con Milano, Venezia e sino a Bologna. Il curatore Bernard Aikema, con la collaborazione di Andrew John Martin e coadiuvato da giovani neolaureati, ha scavato nel profondo del pensiero Dürer per approfondire il suo rapporto con la committenza, la sua visione della natura e dell’arte classica e non solo, includendo le sue ambizioni nel campo delle arti.
Il corpus del maestro di Norimberga è affiancato da alcune opere significative di artisti tedeschi suoi contemporanei come Lucas Cranach, Albrecht Altdorfer, Hans Burgkmair e Martin Schongauer in dialogo con i più grandi artisti italiani come Tiziano, Giorgione, Andrea Mantegna e Giovanni Bellini. E ancora a confronto disegni e incisioni di Dürer e Leonardo intorno al problema delle proporzioni nel raffigurare il cavallo.
Figlio di un orafo immigrato dall’Ungheria, Dürer, dopo un breve tirocinio nella bottega del padre, decise di cambiare disciplina esordendo come disegnatore e grafico. Nel corso di una carriera durata poco meno di quarant’anni, realizzò un’innumerevole quantità di disegni, dipinti ed incisioni dimostrando una stupefacente padronanza dell’utilizzo di tutte le tecniche artistiche.
Nel corso degli anni intraprese numerosi viaggi, sino ad arrivare a Venezia. E proprio all’enorme pianta della città lagunare incisa da Jacopo de’ Barbari e alla veduta di Norimberga con al centro la splendida Adorazione dei Magi di Dürer prestata dagli Uffizi, è affidato l’incipt della mostra. “Là, nella mia patria, io sono un parassita, qui sono un signore”, scriveva Dürer nei suoi diari, scoprendo che in Italia gli artisti erano tenuti in gran considerazione.
Percorrendo le sei sezioni tematiche, in quella delle incisioni troviamo degli splendidi esemplari della ricostruzione del Portale d’onore, ovvero l’utopistico Arco di Trionfo per celebrare le virtù di Massimiliano I. Proseguendo, ammiriamo le celebri stampe dell’Apocalisse, ricche di riferimenti esoterici e alchemici.
I cicli grafici di Dürer oltre ad essere delle vere e proprie pietre miliari, si contraddistinguono per l’iconografia innovativa e per il nuovo rapporto che creano tra testi sacri e immagini. Si veda La Melancolia, l’incisione più famosa di Dürer, che il Vasari classificava tra le opere di eccezionale virtuosismo tecnico. L’accuratezza e la selezione di molti capolavori esposti, rendono la visita appagante.
Francesca Bellola
Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia
21 febbraio – 24 giugno 2018
Palazzo Reale, Milano
Ingresso: € 12,00
Orari: lunedì: 14.30-19.30/martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30/ giovedì e sabato: 9.30-22.30