Nel famoso e prestigioso atelier di avenue Montaigne al numero 30 dal ministro della parità di genere Marlene Schiappa, il defilè della collezione Dior A/I 19/20 presieduto da Pietro Beccari.
Per l’apertura, in passerella Ruth, pioniera della maison nonché pupilla di Maria Grazia Chiuri, designer del brand.
Primo outfit per Ruth: avito peplo arricchito da una scritta centrale altezza petto: “Are Clothes Modern” di Bernard Rudofsky per sottolineare la purezza delle cariatidi greche: sculture che venivano utilizzate nell’antichità con corpi femminili. A seguire abiti neri solenni come l’outfit con tunica in velluto o cappa sontuosa a bozzolo in taffettas.
Ancora abiti neri stile gran ballo in pizzo e piume o perfetti tailleur con giacca Bar tipica del 1947 o mantelli da Grand Tour.
Una poesia femminile che abbraccia ogni settore a cominciare dall’allestimento della sfilata. In tutte le sale dell’atelier sono state allestite e personalizzate da photocollage d’arte contemporanea di artisti come Penny Slinger, inglese di nascita e americana di vissuto essendo cresciuta a Los Angeles. Artista multitasking surrealista, sperimenta per la sua arte diversi mezzi di rappresentazione dal cinema, alla fotografia e scultura. E’ stata selezionata da Dior per la capacità di interpretare il surrealismo femminista attraverso occhi, labbra, corpi, farfalle e nuvole.
“Abiti e architetture mi interessano tantissimo per questo mi sono ispirata agli studi di Rudofsky – dice Chiuri – e ho fatto sfilare come ultimo modello un abito-casa di bambola che riproduce la facciata del building Dior di Avenue Montaigne, un modo per ricordare che l’abito è la prima casa che veste il corpo delle donne“. Conclude la direttrice creativa.
Anche la donna Dior è metaforicamente una cariatide, forte e robusta capace di sostenere il mondo e conservando genialità.
Per il fashion system si è sempre parlato di uomini geniali e pochissimo di donne. Basti pensare a Karl Lagerfeld sempre in primo piano e mai dell’abilità delle sorelle Fendi ad esempio. A livello sociale ci sono ancora molti stereotipi da abbattere. La donna anche nel mondo del fashion system deve ancora imparare a gestite il potere condividendo passione, creatività e prestigio. Non facile ma possibile. Madame Chiuri ha tutte le carte per riuscirci.
Laura Savini