intervista di Gabriele Vinciguerra

Dagli anni 60 ad oggi sei inarrestabile. Cosa ti spinge ad essere così nevralgica?

Sono nata sotto un vulcano! Ti sembrerà una risposta azzardata ma sono proprio così, attiva, curiosa, sempre pronta a nuove avventure, amo la vita!

Rispetto ad allora che rapporto hai con la musica?

La musica per me è il richiamo della natura e dunque, vivo costantemente in simbiosi con essa.

Cammino e batto il tempo, i rumori della città li trasformo in armonie dodecafoniche, quando lavoro al computer ho sempre un sottofondo musicale perché mi da ispirazione e quando devo scrivere una canzone, mi fermo e metto sul rigo quelle note dissonanti che percepisco durante la giornata e le faccio diventare melodia.

Tu e Paolo Limiti, una grande amicizia o un segreto nascosto?

Per parlare del mio rapporto con Paolo dovrei scrivere un poema. Mi limito a dirti che la cosa più bella per una persona è avere un amico caro, dolce, sincero, disponibile, sempre pronto ad insegnarmi tutto dello spettacolo, del cinema. Questo per me era Paolo.

Abbiamo passato 47 anni insieme, siamo andati in giro per il mondo, abbiamo visto un mare di commedie musicali, andavamo a Hollywood per le prime di qualsiasi musical, amava il melodramma e spesso la nostra più grande soddisfazione era andare alla Scala.

Infatti, durante la rappresentazione, all’intervallo, mi disse “ma secondo te, io potrei scrivere il libretto di un’opera”? io senza pensarci due volte gli risposi: si puoi farlo e fu così che decise di scrivere “ La zingara guerriera”, opera che hanno rappresentato in vari teatri e che gli interpreti principali furono Fabio Armiliato e Daniela Dessi. Io e Paolo ci assomigliavamo proprio nel modo di affrontare la vita!

Da sempre sei una donna emancipata. Ma al tempo c’è stato un prezzo da pagare per essere liberi?

Tu dici donna emancipata ma quando io andavo in moto o mi buttavo col paracadute la parola cambiava e dunque, per affermare la mia libertà ho combattuto come un leone! La libertà è una parola grossa e io l’ho conquistata e guai chi me la tocca.

Nel 1976 esce un tuo servizio fotografico per Playboy. Un’epoca in cui spogliarsi era un segnale dirompente. Come l’hai vissuta?

Mi rifaccio a ciò che ho risposto prima. Rompere gli schemi è stata sempre una mia prerogativa, però immagina a quel tempo cosa significava uscire nuda su un giornale per soli uomini.

Anatemi, discussioni, qualche volgarità ma io non mi sono lasciata impressionare, sono andata dritta per la mia strada e poi non ero la sola cantante che aveva posato nuda! Quella era anche libertà!

Sei stata la prima donna Pop ad esibirsi davanti al Santo Padre Giovanni Paolo II. Vuoi raccontarci di questa esperienza?

La più bella esperienza della mia vita artistica.

Ho scritto l’Ave Maria proprio dedicata al Santo Padre, ho fatto domanda per poterla cantare in Sala Nervi e poi con pazienza ho atteso, quando mi hanno chiamato per esibirmi davanti al Papa mi è venuto un colpo, non riuscivo a rispondere sensatamente, balbettavo e allora dall’altra parte del telefono Monsignor Monduzzi mi disse: “ma cara figliola riuscirà a cantare?”  Ho sorriso ed ho chiesto scusa.

Quando sono entrata in Sala Nervi ho pianto per la gioia!

Nel giugno scorso Orietta Berti fa una collaborazione musicale con Fedez. Esperienze di questo genere potrebbero interessarti?

Stimo molto Orietta Berti e fra l’altro la canzone Dietro un grande amore per i 50 anni di carriera di Orietta l’abbiamo scritta io e Paolo Limiti.

Lei è un’artista che può permettersi tutto perché lo fa con leggerezza e divertimento. Io non riuscirei ad essere inglobata in un business così coinvolgente, sono troppo selvaggia!

In tutta sincerità, c’è qualcosa nella tua vita che ti manca e che se tornassi indietro faresti?

Sai, il mio atteggiamento con la vita è molto spartano, mi affascina tutto e ignoro tutto nel senso che non riesco a vivere di ricordi e non mi intrappolano i desideri.

Giovanna e Sanremo 2023, cosa bolle in pentola?

Sanremo è un traguardo che corona la carriera di ogni cantante ma è anche una tomba per alcuni che incautamente dopo la vittoria pensano di aver il cielo nelle mani.

Io ho mandato una bella canzone cantata da me e da Fabio Armiliato ed ho creduto che forse avrebbe riportato la bella musica italiana nel mondo. Non è andata. Pazienza.

Ti ringrazio di questa chiacchierata, saluto tutti i tuoi lettori e a te un abbraccio.

Giovanna

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Gabriele Vinciguerra
L’obbiettivo del fashion photographer Gabriele Vinciguerra, è quello di emozionare! Eclettico nell’interpretazione delle esigenze del cliente, attraverso immagini artistiche, accattivanti dall'identity univoca. L’alta moda è il suo focus. Un mondo irrinunciabile, un’ossessione perseverante soddisfatta solo quando fotografa. Le capacità tecniche sono importanti. Tuttavia, l’anima, l’intensità e la sensibilità che ha nel saper cogliere ciò che inquadra con la macchina fotografica, lo rendono diverso. “La fotografia non è un lavoro, è una necessità intrinseca della sua anima. Una maledizione e una fortuna che rendono unica la sua espressione artistica

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