Quando il lavoro è donna. Le donne sono la marcia in più della produttività. Sembrano di primo acchito frasi retoriche, in realtà diversi studi dimostrano che davvero le lavoratrici rappresentano un valore aggiunto per volontà, grinta e determinazione. E naturalmente capacità da vendere. Sebbene in alcuni settori professionali vi siano ancora alcuni stereotipi e pregiudizi tipicamente “maschili” che impediscono loro di fare carriera alla strenua degli uomini, le donne continuano a migliorare, perfezionare la loro formazione. Insomma si specializzano, perché aspirano sempre più ad una ascesa sociale sempre più dirompente. e vogliono migliorare il loro “status quo”.
Sono state oltre 62.300 (39%), negli ultimi dieci anni, le lavoratrici coinvolte in progetti di formazione finanziati da FondItalia, Fondo Paritetico lnterprofessionale Nazionale per la Formazione Continua che valuta, approva e finanzia progetti e programmi a supporto della formazione dei lavoratori.
“Negli ultimi anni – sottolinea Francesco Franco, Presidente di FondItalia – abbiamo assistito ad importanti passi avanti sulla questione della parità di genere anche a fronte di un dibattito pubblico acceso e ricorrente. Aumenta il numero delle imprese guidate da donne e aumenta il numero di lavoratori donna coinvolti in attività di formazione continua: nel 2010, quando FondItalia ha iniziato la sua attività, erano appena 92 contro le 58.462 formate al 2018. E anche nella fase precedente all’entrata nel mondo del lavoro, le donne confermano una particolare attenzione alla formazione in cui vedono una reale opportunità di crescita professionale.”
Formazione e alta qualifica, un buon “passepartout” per le lavoratrici
Dai dati raccolti negli ultimi 10 anni di attività emerge, inoltre, che la regione con il maggior numero di lavoratori donna coinvolti è la Lombardia (13.428), seguita dalla Puglia (10.268) e dal Lazio (8.367) e che per il 43% si tratta di lavoratori donna in possesso di un Diploma di scuola media superiore, mentre un buon 23% ha conseguito la Laurea e una successiva Specializzazione. Dato in controtendenza rispetto alla controparte maschile, dove si registra un 43% di lavoratori uomini in possesso di Licenza media, seguito da un 35% in possesso di Diploma di scuola media superiore e da solo un 8% che ha conseguito la Laurea.
La fascia di età preponderante è quella compresa tra i 35 e i 44 anni (30%), cui segue quella fra i 45 e i 49 anni (15%). Dati che ricalcano, in questo caso, i trend della controparte maschile rappresentata anch’essa per la maggior parte da lavoratori compresi nelle stesse fasce di età (fascia 35-44 al 29%; fascia 45-49 al 15%).
In particolare, il progetto che ha coinvolto più donne, si è svolto presso una Casa di Cura Polispecialistica con reparti riservati alla degenza, lungodegenza, day hospital e servizi ambulatoriali in Emilia-Romagna. Il progetto, che ha riguardato 791 lavoratori, di cui il 73 % donne e il 27% uomini, si è focalizzato su un’azione di miglioramento dei servizi e dei processi aziendali volta a sviluppare un’azione continua di miglioramento dei servizi e dei processi aziendali.
Secondo Fonditalia, gli ambienti sanitari sono i prescelti dalle donne
Una tendenza alla perfezione che punta alla protezione dell’operatore, al pieno soddisfacimento delle esigenze del cliente e alla particolare attenzione verso il setting di cura, al fine di garantire prestazioni eccellenti. Infatti, le strategie vincenti per emergere negli ambienti sanitari sono il potenziamento delle risorse disponibili e la loro ottimizzazione al fine di garantire migliori servizi, incrementare il livello di autonomia del personale, migliorare il rapporto e le relazioni tra professionisti, potenziare la cooperazione all’interno della equipe di lavoro.
Tra gli interlocutori che hanno costruito nel tempo un percorso di formazione dedicato alle loro persone, spicca la Lega del Filo d’Oro, Onlus impegnata nella riabilitazione e nel reinserimento in famiglia e nella società di persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
Marianna Ferrenti