Firenze si prepara a festeggiare uno dei suoi figli più illustri: Carlo Lorenzini, in arte Collodi, autore del celebre Pinocchio, compie simbolicamente 200 anni nel 2026, ma le celebrazioni sono già cominciate. Il 7 luglio 2025, la città ha ospitato un evento speciale nel magico giardino dell’American University of Florence, aprendo ufficialmente le porte a un anno di eventi, incontri e riflessioni sull’universalità e la profondità di un libro solo in apparenza per bambini.
Pinocchio, il secondo libro più tradotto al mondo
Con 382 traduzioni, Le avventure di Pinocchio si posiziona al secondo posto tra i libri più tradotti della storia, subito dopo Il piccolo principe. Una cifra che testimonia la forza simbolica e pedagogica del racconto di Collodi, capace di attraversare epoche, lingue e continenti grazie a una narrazione che parla di crescita, identità, errori e redenzione.
Il Premio Pinocchio: tra letteratura, emozioni e consapevolezza
Cuore dell’evento è stato il Premio Pinocchio, ideato nel 2011 dall’Associazione Culturale Pinocchio di Carlo Lorenzini, oggi presieduta da Anna Maria Iacobacci. Il riconoscimento, assegnato ogni anno a dieci figure del panorama culturale italiano, abbina ciascun premiato a un personaggio dell’opera, in una simbolica e poetica analogia. Il messaggio è chiaro: Pinocchio è uno specchio della vita, e i suoi personaggi sono archetipi eterni della nostra umanità.

Anna Maria Iacobacci
Un evento tra arte, musica e pensiero critico
Nel giardino dell’AUF, tra le opere d’arte di Silvia Serafini e le melodie del Duo Kōdo, si sono alternati interventi significativi. La Dott.ssa Silvia Tozzi, storica dell’arte e curatrice, ha messo in luce il valore etico e culturale della fiaba. La Prof.ssa Anna Kraczyna, nota per la sua traduzione annotata di Pinocchio per Penguin Classics, ha sottolineato quanto la storia continui a parlare al nostro tempo, tra autenticità, solitudine e desiderio di appartenenza.
Non è mancato l’intervento dell’Associazione Amici del Cherubini, che ha dato spazio ai giovani talenti musicali del Conservatorio Luigi Cherubini, rafforzando il ponte tra cultura classica e nuove generazioni.
Pinocchio come educazione emotiva
Nel dibattito è emerso un punto forte e attuale: Pinocchio insegna a leggere la realtà emotiva, a riconoscere i pericoli della superficialità e della pressione sociale, a scegliere la strada del rispetto e dell’autenticità. In un’epoca segnata da crisi identitarie e solitudini digitali, il burattino che voleva diventare bambino è un archetipo che continua a interrogare, a far riflettere e a formare.
Pinocchio oggi non è più solo una favola, ma un messaggio universale: crescere significa diventare sé stessi, tra errori, sogni e conquiste autentiche.












