Antonin Tron

Articolo di: Gabriele Vinciguerra

Balmain cambia direzione. Dopo oltre un decennio di leadership firmata Olivier Rousteing, la maison francese sceglie Antonin Tron come nuovo direttore creativo. È un passaggio che non nasce dal desiderio di rottura, ma da una ricerca di coerenza.

Tron, parigino classe 1984, si è formato alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa, una delle scuole più rigorose e sperimentali d’Europa. Prima di fondare il suo marchio Atlein nel 2016, ha lavorato in case come Louis Vuitton, Givenchy, Balenciaga e Saint Laurent. È un designer con un approccio tecnico e consapevole, interessato alla costruzione dell’abito più che all’immagine che ne deriva.

Antonin Tron

La sua estetica si riconosce nella fluidità dei tessuti, nel modo in cui il corpo dialoga con la materia. Atlein è un marchio che ha fatto del movimento il suo linguaggio, trasformando il jersey in una forma di architettura morbida. Con lui, Balmain sembra voler ritrovare una relazione più intima con la sartoria, riportando al centro la precisione e la struttura del vestire.

Dopo gli anni di grande esposizione mediatica e glamour portati da Rousteing, il marchio controllato dal gruppo Mayhoola for Investments punta ora a un’evoluzione più misurata. Meno spettacolo, più sostanza. Meno desiderio di stupire, più attenzione all’artigianalità.

Tron non è un personaggio costruito per il palcoscenico. È un autore che lavora sui dettagli e sull’equilibrio. La sua nomina segna l’inizio di un nuovo ciclo per la maison, uno in cui la forza non passa per l’eccesso ma per la misura.

Il debutto è previsto per la Paris Fashion Week di marzo 2026, con la collezione autunno inverno 2026-27. Le aspettative sono alte. Balmain ha bisogno di continuità ma anche di rigore, e Tron possiede entrambi gli elementi. La sua sensibilità per il movimento e la forma potrebbe restituire alla maison una dimensione più vicina all’origine couture di Pierre Balmain, senza rinunciare alla contemporaneità.

In un momento storico in cui molte case di moda cercano nuovi equilibri tra immagine e contenuto, la scelta di Balmain va letta come un gesto strategico. Un ritorno alla costruzione dell’identità attraverso il design, non attraverso la performance.

Antonin Tron eredita un marchio potente e globale. La sua sfida sarà trasformarne la potenza in linguaggio. Se ci riuscirà, Balmain non cambierà volto, ma profondità.

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Gabriele Vinciguerra
Gabriele Vinciguerra è un artista visivo e psicologo. Fotografa l’anima prima ancora dei volti. Ogni scatto è un atto di verità, un frammento di silenzio che vibra, un incontro autentico tra la sua sensibilità e l’essenza umana di ciò che ritrae. Le sue immagini non decorano, scavano. Non mostrano, rivelano. La moda è il suo lessico estetico: un universo che abita da anni, dove eleganza e identità si fondono in visioni che superano la superficie. Ma la macchina fotografica, per lui, è solo il mezzo. Il fine è più alto: far sentire, toccare, ricordare. Laurea in Psicologia, con un focus sulla psicologia sociale e sul potenziale evolutivo dell’essere umano. Questo non è un dettaglio biografico, è un orizzonte che trasforma il suo modo di guardare, ascoltare, raccontare. Le sue opere non parlano solo agli occhi, ma alle parti invisibili che ci compongono. E poi ci sono le parole. Le usa come una seconda lente, forse la più affilata. Ogni parola per lui pesa, pulsa, incide. Perché sa che quando immagine e linguaggio si incontrano, nasce qualcosa che può toccare profondamente, cambiare prospettiva, lasciare un segno. Il suo lavoro è questo: un intreccio di visione e coscienza, di luce e psiche. Un viaggio dentro l’umanità, per chi ha il coraggio di guardare davvero.

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