Essere Blogger oggi. Che sia food, fashion, di story telling o no sense è comunque un modo per comunicare. Comunicare qualcosa: la propria personalità, il proprio modo di porsi, e quello più soggettivo di meravigliarsi. Per tutto, per qualsiasi cosa e per chiunque. Essere blogger non è scrivere perché si è annoiati, piuttosto perché il fatto stesso di scrivere è un’esigenza, un modo di cambiare se stessi per non cambiare il mondo, perché tanto il mondo cambia già di per se.
Il Blogger in questo vortice sta nel mezzo, si fa travolgere dall’onda. Deve riuscire a cogliere ogni cosa capace di solleticare la fantasia, i sensi propriamente detti. Viviamo nell’epoca degli open space. Spazi allargati che stanno provocando un’evoluzione al contrario che porta all’individualismo più eccessivo. Siamo talmente condizionati da farci continui “Selfies” (autoscatti) con il nostro smartphone che non ci accorgiamo nemmeno di un cane che timido vuole essere accarezzato, per fare un esempio.
Il compito del Blogger è riportare il proprio pubblico di followers, come vengono definiti, a stupirsi, a fare del proprio mondo o della propria vita un’opera d’arte.
Essere Blogger è un lavoro immenso perché si deve essere continuamente capaci di dimostrare la propria compattezza emotiva, di descrivere l’inverosimile, l’astratto, rendendo concrete le emozioni. Gli strumenti? Una penna, un bloc notes ed un cuore e una testa strettamente connessi, vicini ma al tempo stesso lontani.
In inglese si dice “cool hunter” – cacciatore di idee . Mi piace immaginare che essere Blogger è in un certo qual senso essere un cacciatore, continuamente alla ricerca sfrenata di qualcosa di nuovo o di già vissuto. Correre per non arrivare da nessuna parte, con la paura costante di non essere mai abbastanza. Sentimenti che sanno tenerci con i piedi ben saldi alla terra, per ricordarci da dove veniamo. La testa immersa nei desideri più intimi che sapranno stravolgere chiunque.
Quel chiunque sono le persone che un bravo blogger deve saper sistemare al centro. Perché ogni persona ha una storia da raccontare, che merita rispetto e soprattutto di essere ascoltata. In questo senso intervistare non basta più. Le domande sono talvolta scomode e sono incapaci di dare centralità alla persona in questione.
Ecco perché quando voglio parlarvi di una persona, di un’artista, designer non vi trascrivo mai le domande, piuttosto il concetto che vi riporterà al messaggio che si vuole esprimere.
Un messaggio ricco di empatia, di legami che dimostreranno la capacità di aver capito, ma di non essere arrivati. Molte strade sono ancora da percorrere, ricche di meraviglie. Il compito del blogger è scovare queste meraviglie e farle comprendere.
Stefano Fiori