Nel cuore della Croazia è un luogo che affascina tutti gli amanti perduti e che si chiama Museo delle Relazioni Interrotte che ha ricevuto anche un importante premio come esperimento di innovazione più riuscito nel panorama europeo.
Qui le ex coppie arrivano da ogni parte del mondo per provare a cercarsi e a ritrovarsi. Nonostante la fine di una relazione abbia potuto lasciare degli strascichi difficilmente cancellabili, si può comprendere che dalle macerie di un amore finito, si può ricostruire un filo di Arianna basato su un sentimento diverso dalla passione, più riconducibile agli affetti che la nostalgia può far affiorare.
Di innovativo c’è sopratutto l’idea di ricostruire un’arena dei ricordi attraverso lo strumento antropologico più antico del mondo: l’atto del dono che è molto più del regalare un oggetto caro, è un “donarsi” nuovamente e suggellare un nuovo patto di amicizia tra persone che sono stanti amanti e compagni di vita. Il museo nasceva con un principio itinerante, ma poi si è stabilizzato a Zagabria con una esposizione d’arte che raccoglie tutti gli oggetti donati totem di amori perduti che evidenziano però anche storia di rinascita e rappresentano quasi un segno di iniziazione verso una nuova vita.
Questi oggetti (lettere, messaggi d’amore, fotografie per lo più anonime), per una questione di immagine possono rappresentare frammenti di una bellezza eterea, che pur dematerializzati, possono assumere oltre ad una valenza simbolica anche un valore legato concretamente al mondo del fashion e del design. Il museo, nato nel 2006, ha girato il mondo, da Zagabria è approdato prima nei paesi limitrofi dell’est (Bosnia, Serbia, Slovenia) per poi scendere in Macedonia e Turchia, e spostarsi più ad Occidente, verso la Germania e l’Inghilterra. Infine, il museo dopo essere sbarcato in Argentina, USA, Filippine, Singapore e Sudafrica, è tornato nella città croata da cui è partito. Grazie all’interno del Ministero della Cultura nel 2010 ha ottenuto “cittadinanza permanente” a Zagabria. Dall’ottobre 2016 ha aperto un’altra sede anche a Los Angeles e ad oggi, da itinerante è diventato sempre più “virtuale”, nel senso che si è aperto alla rete Internet, pur mantenendo il carattere di confidenzialità intima di chi decide di affidare le proprie riflessioni e pensieri in forma epistolare.
Marianna Gianna Ferrenti