La malaria è una epidemia plurisecolare che in Africa ha provocato effetti devastanti e ancora oggi miete vittime. Nel 2016 sono stati accertati 212 milioni di casi e 429.000 morti. Ancora oggi il continente appena a nord e a sud dell’Equatore è quello più colpito con il 90% dei casi e il 92% di morti premature, con un impatto per i sopravvissuto davvero molto invalidanti a causa delle condizioni di estrema indigenza che i bambini e le donne in gravidanza, i soggetti più colpiti, vivono ogni giorno e dalla mancanza di interventi di prevenzione e cura. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto il 25 aprile, giornata della Liberazione dal Nazifascismo, per celebrare l’auspicio in un altro tipo liberazione: la povertà schiavizzante e l’indifferenza nei confronti di popolazioni le cui ore sono scadenzate dall’ignoranza sulle più elementari condizioni igienico-sanitarie, e anche quando queste sono conosciute, in preda alla rassegnazione e alla disperazione, non si riesce a far nulla per evitarne i rischi. A tutto questo si aggiunge la sordità del mondo occidentale le cui risorse economiche, sociali  e produttive, con investimenti oculati, potrebbero cambiare almeno in parte le sorti degli abitanti del Continente più antico del mondo. Nell’ambito del World Malaria Day, la giornata internazionale dedicata alla malaria, rientra l’iniziativa del Medici per l’Africa – CUAMM , che punta a realizzare interventi mirati, da parte dell’équipe medico-ospedaliera,  per cercare di risolvere al meglio le situazioni più gravi ed emergenziali, quelle che interessano l’area sub-saharianadove 303.000 bambini, soprattutto al di sotto dei cinque anni muoiono quotidianamente. Grazie all’organizzazione che opera dal 1950 con un’azione di sensibilizzazione costante nel tempo sia in Africa che in Europa, lo scorso anno ben 206.805 bambini che vivono Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Uganda, Sierra Leone e Sud Sudan sono stati sottoposte a cure specifiche, riducendo le conseguenze devastanti che la malaria può provocare, prima fra tutte aborti spontanei, e i bambini molto piccoli che riescono a sopravvivere, potrebbero essere portatori di disabilità o deficit psicomotori. Proprio in Mozambico nasce in questi giorno la nuova area a nuova area di intervento, con un progetto partito nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Paese.

«In questa provincia – spiega Piera Fogliati, medico esperto in sanità pubblica, a capo del progetto – la malaria ha un’incidenza del 25% ed è una delle maggiori cause di malattia. Basti pensare che oltre il 50% delle visite ambulatoriali pediatriche sono per sospetta malaria. Esistono metodi efficaci di controllo della malaria, sia a livello comunitario, sia a livello di strutture sanitarie, anche molto semplici. Ad esempio la prevenzione del contagio attraverso l’uso di zanzariere trattate con insetticida e la terapia precoce dei casi confermati. Con il nostro progetto interverremo in due distretti della provincia, Balama e Montepuez, per raggiungere circa 170.000 abitanti. Faremo attività di sensibilizzazione: messaggi radio, spettacoli teatrali, coinvolgimento di leader locali ed attività porta a porta, oltre che occuparci della formazione del personale sanitario. La nostra grande sfida sarà quella di poter creare un circolo virtuoso, per ottenere migliore qualità dei servizi sanitari e maggiore richiesta di cure da parte della popolazione».

È possibile sostenere il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm anche con una donazione su c/c postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org: con 50 euro è possibile garantire il trattamento per un bambino malato di malaria. Per contribuire con il proprio 5×1000, il codice fiscale del Cuamm è 00677540288.

Marianna Gianna Ferrenti

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Marianna Gianna Ferrenti
Sono una giornalista pubblicista lucana. Dopo alcune esperienze sul territorio, ho allargato gli orizzonti, affacciandomi nel 2012 al mondo del social journalism. Laureata magistrale in Scienze filosofiche e della comunicazione, dopo un corso di Alta Formazione in Graphic Design ed Editoria digitale, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, ho arricchito il mio background con competenze tecniche nell'ambito della scrittura digitale

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