[box type=”note” align=”alignleft” ]All’inizio, qualche fotografia vista per caso mi ha fatto intuire delle possibilità. Ricordo di aver scoperto Eliot Porter, i primi lavori di Joel Meyerowitz, poi Richard Misrach con le sue piscine vuote e le prime immagini del deserto. Opere in cui il colore era utilizzato molto bene e in modo diverso, e il soggetto era una sensazione, non una storia[/box]
Con queste parole Ljubodrag Andric spiega il significato del suo lavoro in mostra, dal 3 Agosto al 24 Settembre 2016, alla Triennale di Milano e documentato nel catalogo a colori in inglese con inserto dei testi in italiano, edito da Skira. La mostra “Ljubodrag Andric –Works 2008 – 2016”, curata da Demetrio Paparoni, presenta una selezione di 14 fotografie realizzate dal 2008 a oggi e che hanno per oggetto paesaggi, muri, facciate e interni di edifici medievali e moderni.
Ljubodrag Andric, opere di grandi dimensioni
Le opere di grandi dimensioni sono tutte rigorosamente caratterizzate dall’assenza dell’uomo. I soggetti raffigurano delle visioni pittoriche riprese frontalmente tanto da percepire la porosità dell’affresco ispirandosi al primo Rinascimento di Fra’ Angelico ed in particolare di Piero della Francesca.
L’immagine è ripresa con una costruzione quasi geometrica che si avvicina ai lavori di Giorgio Morandi e Luigi Ghirri. Contrariamente a loro, spiega Paparoni, Andric non rifiuta il figurativismo che in lui si manifesta nella riproduzione della trama materica accentuata da una leggera ma efficace alterazione dell’incidenza della luce.
I muri, quindi le barriere sia architettoniche che mentali, non esprimono drammaticità ma diffondono serenità e armonia come dimostrano i colori tenui e le tinte pastello delle opere. L’importante è sottrarre il luogo prescelto, senza fronzoli, fermando il tempo sino a raggiungere un equilibrio naturale e minimalista.
Scrive Demetrio Paparoni nel testo introduttivo alla monografia: “Porre l’accento sulla non identificabilità dei luoghi e sulla finitezza delle forme geometriche equivale per Andric a voler riportare l’immagine a se stessa per far prevalere l’analisi sulla narrazione, a dimostrazione del fatto che, come afferma Wittgenstein, il significato del linguaggio non dipende dal modo in cui la realtà si manifesta, ma dal linguaggio stesso, che anticipa le condizioni di significato e di senso delle cose”.
Il progetto espositivo prosegue anche alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, dal 26 agosto al 2 ottobre, con la mostra “Consonanze” che inaugura il 25 agosto.
Francesca Bellola
Ljubodrag Andric –Works 2008 – 2016
3 Agosto – 24 Settembre 2016
Palazzo della Triennale
Viale Alemagna, 6 Milano
Ingresso libero
Apertura: da martedì a domenica ore 10.30 – 20.30