Da sempre l’arte ha rappresentato molteplici idee, unendo fantasia a realtà, affascinando con la sua bellezza e lasciando spazio alle interpretazioni che variano secondo le differenti sensibilità, portando alla scoperta di tante sfaccettature da associare diversamente tra loro.
Arte come evasione dall’oggettiva realtà materiale, come mezzo per andare oltre il visibile, coinvolgendo anche le emozioni. Tutto questo grazie all’abilità di quegli artisti che hanno saputo esprimere “vera arte” con tecniche e manualità ma anche con talento e sensibilità innati.
Artisti come costruttori di bellezza, capaci di creare emozioni in un’immagine in cui la mente può spaziare e la bellezza è il vettore che riesce a suscitare tali emozioni.
“La bellezza come scoperta del divino”; così si esprime Sant’Agostino nelle sue “Confessioni”.
La sacralità è da sempre e tutt’oggi una costante presenza nel mondo dell’arte; arte sacra non significa semplicemente raffigurare immagini fredde, eteree o forzatamente moderne e inespressive.
Molte sono le opere religiose che ancora vanno ad arricchire il nostro patrimonio culturale, spesso con un sapore antico ma attuale allo stesso tempo, come nelle opere di Leonardo Tanda, artista sassarese la cui arte non è semplice manifestazione oggettiva di figure religiose ma espressione di significati uniti a tecniche da lui reinterpretate in un’apparente semplicità capace di catturare l’attenzione di qualsiasi osservatore.
Un’arte sacra capace di raggiungere il profondo dell’anima arrivando ai conflitti tra ciò che è certezza e il bisogno di spiritualità, mettendo a nudo la fragilità in una suggestione che svela la ricerca del vero.
Daniela Marras