La casa ideale è quella che cambia sempre nei dettagli, secondo l’umore. Una cartina tornasole delle emozioni. Una casa che cambia è una casa che vive; con il sangue che scorre. Vivere in una città generosa, come le persone che la abitano dovrebbe rappresentare il must. Avere bisogno di luce fin dal mattino, preferendo una piazza aperta ad un cortile ombroso. Milano è un colpo al cuore. Un corpo che è capace di mutamento e si riempie di scorci meravigliosi. Il passato con il contemporaneo. L’antico e il moderno. A questo deve ispirarsi il design oggi. Alle necessità dei singoli individui. Creare qualcosa per riempire dei vuoti, lasciando comunque sempre degli spazi aperti colmi di luce. Il lusso in questo senso è stare sdraiati inerti al sole, in uno spazio vuoto. Noi saremmo capaci con la nostra personalità di riempire questi vuoti, che saranno in grado di parlare di noi, raccontare i nostri sogni e ideali. Un oggetto di design deve essere capace di questo, altrimenti non è altro che un semplice prodotto di mercato.

Less is more. Un oggetto che nella sua semplice essenzialità saprà come risplendere di luce propria. Il Salone del Mobile è per Milano il luogo dove le idee trovano chi le sa realizzare e non, contrariamente a quanto si possa pensare, una semplice fiera del marketing. Rendere i sogni dei desideri di felicità. Concreti, ma soprattutto un ponte che unisce sempre di più l’Italia al mondo. Ecco perché dobbiamo dimostrarci continuamente preparati, nutrendo la progettualità che saprà dare al sistema Italia un abito giusto, essenziale e ricco di aspettative, buone per il futuro.

Stefano Fiori

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Stefano Fiori
Stefano Fiori. Questo è il nome. Di solito non mi piace scrivere di me, la trovo pura esibizione di se stessi, ma è anche un modo per farmi conoscere ai lettori di ALPI FASHION MAGAZINE. Non mi reputo un ragazzo come tanti, e fin da piccolo ho coltivato l’idea che trascorrere del tempo con se stessi, con la propria individualità fosse un fatto affascinante, e da cui ne sto traendo qualche frutto. Scopri cose di te stesso, che probabilmente mai nessuno saprà mai. Impari che persino il silenzio ti entusiasma, ma non quanto il rumore, che insieme hanno la particolarità di avvolgere la sensibilità che ti sei creato nel tempo. I libri sono sempre stati il mio nutrimento, la mia più grande ispirazione. Mondi nel quale rifugiarsi e vivere quando non sopporti più l’idea di vivere in silenzi immensi. I libri sono colore, uno per ogni stato d’animo. Il sorriso la mia caratteristica. Non c’è una fotografia, un vecchio filmato nel quale io non sorrida. Sono sempre stato un bambino sereno, nel senso che la mia eleganza consisteva, fin da piccolo nel procedere a passi felpati, per paura di disturbare, persino a casa mia, quello che poi sarebbe diventato il più grande regno degli amori, più che di semplici affetti. Col tempo scrivere è diventato quel modo di colmare quei vuoti, nei quali dominava l’inconsistenza più assurda. Un modo per emozionarmi, e talvolta emozionare. Scrivere mi aiuta ad amplificare il dislivello tra l’essere e l’apparire. Ciò che mi definisce, almeno fino a questo punto è una sensibilità maturata col tempo, ed un amore per la bellezza, per l’arte, per i sorrisi. Mi piace pensare che queste tre cose siano collegate e possano in qualche modo rendere più autentiche in quanto più consapevoli le persone, che muovono il mondo e gli danno dinamicità e pregio, gli danno vita. www.newstilepublications.com

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