È stato un piacere aver potuto intervistare il famoso professore e ufologo Rubén Morales, che ringrazio vivamente per questa breve e cordiale intervista.

Come ti definiresti personalmente e professionalmente?

Innanzi tutto sono una persona a cui piace ascoltare più che parlare. Credo alle storie straordinarie che racconta la gente, credo che non vi sia una sola verità (come pensano i dogmatici), né solo due antagonistiche (come sostengono i manipolatori del potere), anzi; su ciascun tema vi sono molte verità che esprimiamo attraverso il discorso: perché esista una verità deve essere contenuta in un racconto, che le conferisce un senso, di fatto la comunicazione è l’invenzione umana più importante della storia, molto più che il fuoco, la ruota o il cavatappi. Dalla mia formazione ed esperienza nelle aree di psicologia sociale e comunicazione sociale mi appassiona inserirmi nei racconti sulle realtà fantastiche che sfidano la logica, quelle storie inquietanti che gli ambienti accademici preferiscono evitare per paura del ridicolo e che non sono i benvenuti negli shows giornalistici perché sono storie che seguono la logica conflittuale della leggenda, non la logica evasiva e catartica dello spettacolo che domina i mass media.

Qual’è la tua formazione Accademica?

È stato per me un piacere aver studiato psicologia sociale tenendo come riferimento di personalità i docenti Alfredo Moffat, Carlos Sica ed Enrique Katz. Per quanto riguarda la mia professionalità mi sono specializzato per lunghi anni in pubblicità politica e sono docente di comunicazione politica presso l’Università del Salvador di Buenos Aires in Argentina, dove ho anche frequentato un master in marketing politico.

Quando e come è nata la tua passione per l’ufologia?

Fu all’epoca dei viaggi sulla luna, nei giornali quasi tutti i giorni apparivano notizie sull’astronautica, la conquista dello spazio sembrava essere al ritorno dell’angolo, sebbene adesso, nel secolo XXI, ancora nessun umano è potuto arrivare al pianeta più prossimo. Nella stessa epoca in vari mass media erano state pubblicate testimonianze sulle osservazioni di “dischi volanti“. Sembrava un’equazione perfetta: noi stavamo cercando di raggiungere altri mondi intanto “essi” già ci avevano visitati. Mi affascinava questa idea, imposta dalla propaganda spaziale americana, che “il futuro era nel cosmo“. All’età di 14 anni mi sono associato ad un gruppo giovanile dedicato alla razzieria sperimentale ed allo studio degli ufos. Già a 17 ho debuttato come membro di giuria presso un congresso sugli ovnis-ufos, ma ho dovuto attendere più di 40 anni per pubblicare il mio primo libro.

Puoi spiegarci che cos’è un Caffé Ufologico e la sua espansione internazionale?

E’ l’incontro di un gruppo di amici ed amiche per discutere un tema condiviso, intorno ad un tavolo di caffè è una esperienza umana irripetibile che non potrà mai essere soppiantata dalle poco affidabili reti sociali, dove molte volte non sappiamo neppure con chi stiamo interagendo. In Francia e paesi francofoni da più di 30 anni sono state create le “pasti Ufológicas” avviate da precursori come l’amico Gérard Lebat. Anche verso 1960 vi sono stati appassionanti chat su “i visitatori del pianeta Ummo” nella cantina “la ballena Alegre” del caffè Lion di Madrid, un bar dove in tempi precedenti si riunivano intellettuali sia repubblicani come falangisti. E nel decennio 1990 esistevano le “riunioni di ricercatori del fenomeno Ufo (RIFO)” nello storico caffè Tortoni di Buenos Aires, posto che dal XIX secolo aveva anche stato un punto di incontro per gli artisti e pensatori locali. Le RIFO, coordinate brillantemente da Gesù Roberto Róvere, sono state il precedente diretto dei caffè ufológici attuali. Nel 2010 con l’amico Mario Lupo abbiamo deciso di creare il primo “Caffè Ufológico” di Buenos Aires e tale denominazione ce la ha suggerito Gérard Lebat, per la somiglianza con i suoi “pasti Ufológiche” in Francia. Lo chiamiamo Caffè Ufológico rio54 da eseguire nel caffè dell’asta, che appunto è sulla strada Rio de Janeiro n. 54, nel quartiere di Caballito a Buenos Aires. L’idea è stata così buona perche presto si sono espandite in diverse città argentine, dando luogo alla creazione di altri “cafés ufológicos” indipendenti tra loro ma collegati in rete. Allora la mossa culturale si estese in città di altri paesi: Valencia (Spagna), Santiago (Cile), Porto Alegre (Brasile) e Quito (Ecuador) con travolgente successo. La sostanza è organizzare riunioni mensili di interessati nei temi ufos presso un locale di accesso pubblico, con temática in oggetto aperta, libertà di parola e dove si paga soltanto il consumo del caffé.

Potrestri raccontarci brevemente di che cosa tratta il tuo innovativo ed interessante libro “Gli Ufo dell’Antartide – Los Onvis de la Antartida”?

“Gli Ufo dell’Antartide” è il culmine di un difficile compito che mi ha preso più di 10 anni. È stata una ricerca intensa ma ha dato i suoi frutti, il libro contiene la maggior raccolta che si conosca di testimonianze, ricerche ed aneddoti che parlano di oggetti volanti inspiegabili nel continente bianco. Per questo avevo intervistato ad invernanti antartici militari e civili di vari paesi, inoltre sono riuscito ad accedere ad una serie notevole di documenti ufficiali, fascicoli declassati, grafici e foto che illustrano in merito a polemici avvistamenti nelle remote basi antartiche argentine, cilene, britanniche, americane e di altri paesi. L’opera ha avuto un buon riscontro in Argentina ed è stata tradotta in portoghese come “UFOs na Antartide” con grande successo nel paese fratello del Brasile, dove sono stato invitato in due conferenze come relatore per spiegare al pubblico brasiliano i dettagli del libro.

Qual’è stata la tua migliore esperienza professionale ufologica in Argentina oppure all’estero?

Per me è difficile considerare questo fatto come un “lavoro professionale”, per me rimane una attività piacevole, un gioco intellettuale, una passione per indagare sull’ignoto ed accedere ad un cumulo di conoscenze che sfuggono al campo accademico e sono estremamente semplificate per i mass media. A volte occorre diffidare da coloro che si proclamano “professionali” o “esperti” su questi temi, non poche volte sono bugiardi pseudoscientifici, e la bassa qualità della sua produzione li tradisce. Maggiormente si appellano a volgari fini scandalistici, ma ci sono altri più sofisticati che impigliano il loro discorso con un lessico intricato per fingere di essere più colti di quello che sono. In  riferimento alla tua personale domanda, le esperienze che mi toccano  maggiormente sono le interviste dirette di chi mi riporta i suoi avvistamenti. Mi fa piacere sentire i suoi racconti, cercare di fare delle domande precise, poter essere sorpresa una e l’altra volta per le sue risposte, per quanto possibile visitare i luoghi in cui si sono verificati i fatti. Ebbene, a livello sociale mi gratifica il successo ottenuto dai “cafés ufológicos” e la sua improvvisa moltiplicazione in diverse città del mondo, pur mantenendo lo stesso spirito, la stessa passione per avere un luogo di appartenenza dove poter dialogare con tutta libertà su questi temi, senza che ciò che si dica debba essere oggetto di giudizio o valutazione.

Come vedi l’ufologia odierna? Potresti donarci qualche messaggio e rifflessione positiva ufologica per i lettori di Alpi Fashion Magazine?

Un errore abituale consiste nel credere che tutti coloro che si dedicano alla ufologia dovrebbero pensare uguale, avere gli stessi interessi ed obiettivi. Questa fantasia di omogeneità è un ragionamento falso, su questo tema nessuno ha tutta la verità, ma probabilmente ognuno di noi avrà una parte della stessa, l’ufologia riunisce un conglomerato di autodidatti con diversi saperi e motivazioni, e questa diversità deve essere considerata come un vantaggio per arricchire la conoscenza. Dall’altra parte, negli ultimi 30 anni sono emersi due fatti che aprono un ventaglio di possibilità per la ricerca: uno è il fiorire di numerosi corsi universitari non tradizionali che moltiplicano le vie di abbordaggio accademico e, in un altro aspetto, i progressi tecnologici attuali mettono a mano dell’appassionato molti apparecchi di osservazione, registrazione e di misurazione che prima erano inaccessibili, disponiamo di nuove tecnologie che tre decenni fa erano insospettabili. Tuttavia, duole constatare che tali progressi si usano maggiormente per il divertimento e non per aumentare il nostro sapere, oppure migliorare il difficile e instabile mondo in cui viviamo.

Come e dove ti possono contattare per acquistare il tuo interessante libro?

Il libro è stato pubblicato come edizione d’autore e non ha distribuzione in librerie internazionali. Cioé, si può trovare in una sola libreria di Buenos Aires, quella dell’Istituto di pubblicazioni navali e inoltre distribuita attraverso il sistema di libero mercato all’interno del paese. La spedizione al di fuori dell’Argentina può essere effettuata a mezzo posta, ma di solito risulta costosa e per questo motivo abitualmente non insisto sulle vendite all’estero. In ogni caso gli interessati possono contattarmi a respondo@gmail.com, vi ricordo che non vi è la traduzione in italiano ma è disponibile la versione originale in spagnolo e la versione in portoghese.

Vuoi aggiungere qualche altro breve dettaglio rilevante la tua esclusiva creazione sul Caffé Ufologico?

Il caffè ufológico ci ha fatto prendere coscienza della situazione di anomia ed isolamento psichico a causa della standardizzazione delle comunicazioni via internet, che ci sprofondano in un mondo virtuale, e come tale irreale, sproporzionato e fantasioso, ricco di “hoaxs”, fakes, complotti, dove nemmeno le identità degli intervenuti sono affidabili, dove ogni malinteso può sfociare in un’aggressione. Il Caffè Ufológico ci ha rinviato l’esperienza umana di far circolare la comunicazione intorno ad un tavolo all’interno di un locale di accesso pubblico dove si mangia e si beve, come lo ha fatto a lungo tutta la storia occidentale, nelle taverne, nelle locande, e come anche lo hanno fatto i nostri predecessori del neolitico riuniti attorno ad un fuoco sotto un tetto di pietra. Nulla sostituisce l’incontro faccia a faccia per sapere ciò che si pensa e ciò che sente l’altro, per riconoscerlo e riconoscerci nei suoi commenti, nelle sue risposte, nei suoi gesti, allora il dialogo prende un valore maggiore al mero scambio di dati e si trasforma in una personale esperienza intensa, interessante, anche di trasformazione. Trovarsi con l’altro è di ritrovarci con noi stessi.

Cosa significa per te essere membro dell’Académie d’Ufologie Francaise e Mutual Ufo Network (Mufon)?

La politica che abbiamo voluto adottare con Mario Lupo dal caffè Ufológico rio54 è quella di rimanere indipendenti dai gruppi argentini, mantenendo ottime relazioni con essi, poiché diversi componenti degli stessi trovano un punto di riunione neutrale nei caffè ufológicos, e dall’altra parte noi privilegiamo il contatto con organizzazioni a livello mondiale, come MUFON di Stati Uniti e l’Académie d’Ufologie con sede in Francia, per favorire gli scambi a livello internazionale, nella ricerca di gerarchizzare gli studi effettuati in Argentina.

Qual’è stato il tuo più grande successo nella tua vita Ufologica?

In realtà non ho mai avuto un’osservazione di un fenomeno straordinario che mi abbia cambiato la vita, contrariamente ho notato una moltitudine di fenomeni aerei ai quali prontamente ho trovato dichiarazioni di origine atmosferica, astronomica o astronautica, ma apprezzo ciascuna delle storie che mi raccontano altri testimoni. Come psicologo sociale mi appassiona capirle nel loro contesto originale, questo è in definitiva ciò che ho fatto con le storie antartiche. E l’ufologia è una disciplina che non si insegna nelle università, si basa sul autodidattismo che – ovviamente – conduce a varie alternative di ricerca. Ho avuto la fortuna di aver conosciuto negli anni ’70 dei ricercatori che trattavano il tema con rigore, evitando il fantasioso, come il SIC. Guillermo Roncoroni, il Prof. Oscar Uriondo, il pilota civile Ariel Ciro Rietti, il comandante della marina Daniel Perissé – fra tanti altri – e poi ho potuto conoscere personalmente dei pionieri della linea scientifica come il Dr. Joseph Allen Hynek (creatore di quella famosa classificazione di incontri ravvicinati di 1º, 2º e 3º tipo), il Dr. Jacques Vallée che ha sviluppato audaci e creative teorie, o un referente della ufologia francofona come Gérard Lebat. Sono convinto che le persone che influenzano direttamente la nostra formazione orientano il nostro pensiero molto più dei libri o i mezzi audiovisivi, in una disciplina senza scuole come la ufologia, dove ognuno deve percorrere il proprio cammino cercare ai suoi maestri migliori.

Oltre allo spagnolo parli altre lingue straniere?

Leggo con facilità le lingue neolatine in generale e parlo francese e portoghese con sufficiente fluidità per poter comunicare con colleghi di vari paesi. Per tutto il resto c’è Google Translate!

Hai qualche progetto per il futuro?

Principalmente, la continuità dei Caffè Ufológici dureranno nel tempo, anche se io smettessi di interessarmi!. Recentemente abbiamo lanciato con l’amico Mario Lupo una nuova attività denominata “Incontri vicini culturali” che è un ciclo di chat e conferenze su temi specifici a carico di specialisti negli stessi temi. L’idea è che il caffè Ufológico serva per discutere dei temi in generale e gli incontri culturali per approfondire un tema particolare, è quello di recuperare il legame medievale tra insegnanti e discepoli. La prima chat che ho fatto con lo speleologo Javier Stagnaro su “miti e verità del mondo sotterraneo” ha avuto successo clamoroso. Tra i progetti personali ho in mente di scrivere un altro libro sui temi dell’Antartico e inoltre presto avrò modo di pubblicare una seconda edizione di “i ovnis dell’Antartico” corretta ed arricchita in base ai ragionevoli apporti che mi hanno fatto i lettori della prima edizione, il quale restano pochi esemplari.

Per concludere: Ringrazio vivamente la Tua gentilezza e disponibilità per questa stupenda ed interessante intervista per Alpi Fashion Magazine ed auguro a te tutto il meglio?

La mia gratitudine verso te Alejandro ed a tutti Voi!, sono molto lieto per questa possibilità di comunicare con i lettori della rivista italiana Alpi Fashion Magazine, e se qualcuno desidera conoscere di più su quanto abbiamo affrontato in questa intervista può rivolgersi ai blog: rio54ovni.blogspot.com   e antartidaenigmatica.blogspot.com  o può scrivermi direttamente a respondo@gmail.com  Cordiali Saluti!

Posted, translated to Italian and Interviewed by Avv.Mg.Alejandro Di Noto (Argentina).

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Alejandro Di Noto
Nato in Argentina nel 1975 di origine italiana. Si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università Argentina de la Empresa. Di professione avvocato indipendente. Master conseguito in Ingegneria dell'Innovazione presso l'Università di Bologna ed anche esperto ICT per Marketing ed Innovazione Industriale con alta formazione presso l'Università di Bologna, con progetto aziendale di stage sul settore marketing dell'industria del beachwear italobrasiliano. Poliglota. Libero Docente di Lingue Straniere. E' stato speaker e produttore di programma radio culturale per la comunità italiana in Argentina. Diplomato ed appassionato di ufologia, metafisica, parapsicologia ed ontosofía. Libero scrittore di articoli culturali, fashion, glamour, turismo e misteri della vita e dell'Universo. Instagram: @alejandrodinoto

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