Tra le notizie più recenti legate al mondo animali dei vip ricordiamo l’impronta di James, il gatto di Julian Assange.
L’amico peloso si è affacciato con colletto inamidato e cravatta regimental a una finestra dell’ambasciata dell’Ecuador dove era ospite il suo padrone. Le foto hanno fatto il giro del mondo conquistando migliaia di like sui social.
AL contrario i Corgis della Regina Elisabetta II appaiono come l’emblema dei più veggeggiati tra i pet di angue blu. Tenuti sempre con se da quando aveva 13 anni per volontà del padre Giorgio VI che regalò ad Elisabetta il capostipite Susan.
Da allora intere generazioni si sono succedute: musetto furbo, zampe brevilinee e un temperamento decisamente espansivo, le caratteristiche delle 14 generazioni riproposte a corte. Nutriti a filetto e petto di pollo con salsa gravy, presenze uggiolanti durante la luna di miele di lei con Filippo di Edimburgo, imbarcati su navi, elicotteri, carrozze e limousine, gli attuali discendenti, che portano i nomi di Holly, Willow, Vulcan e Candy e vantano un biografo ufficiale, sono stati immortalati da Annie Leibovitz insieme alla sovrana al castello di Windsor in occasione del suo 90esimo genetliaco, e hanno partecipato all’iconica passeggiata in compagnia di Daniel Craig-James Bond nello spot delle Olimpiadi di Londra 2012.
Nonostante la regina ribadisce di voler rinunciare ai nuovi cuccioli, a mantener viva la dinastia cinofila dei reali inglesi è il cocker spaniel, Lupo, di Kate Middleton, ed i jack russel del Principe Carlo.
Ogni volta che viene collocato in un contesto elitario, il cane non è mai un semplice elemento decorativo, ma si trasforma in un simbolo ricco di valenze.
L’animale totem che anche Sigmund Freud, “papà” del chow chow Jofi, teneva nel suo studio durante le sedute – non è mai un toy dog ma un compagno d’elezione che incarna sentimenti intimi e sinceri: ricordiamo ad esempio quando Grace Kelly al suo trasferimento al Principato di Monaco ricevette in dono da Cary Grand il barboncino Oliver, in modo da poterle far ricordare l’amore lontano degli amici holliwoodiani.
Oggi, il cane continua a essere percepito come generoso e politically correct, avendo in più il vantaggio di essere (a differenza del lunatico gatto) di buon comando e di rendere meno distanti agli occhi del pubblico i personaggi più inarrivabili: in pratica, una scodinzolante arma di distrazione di massa.
Non a caso, Neville, il bull terrier di Marc Jacobs, è ormai una star e il designer di recente gli ha dedicato una monografia (“I’m Marc’s Dog”, Rizzoli International).
E quando c’è questo amore, è naturale che il pet diventi anche l’emblema vivente delle crociate contro le sevizie sugli animali, di cui sono paladine star come Brigitte Bardot e Drew Barrymore. C’è poi una teoria in base alla quale, a forza di frequentarsi, padroni e cani finirebbero con l’assomigliarsi.
Fashion Communication
Laura Savini